Qualcuno di voi avrà già visto da qualche parte questo schemino. Io ne ho trovate innumerevoli varianti, con categorie di pensiero aggiuntive e definizioni più arzigogolate, ma sono tornato a questo modello: nella sua semplicità e suprema sintesi, è perfetto. Descrive perfettamente le variabili in gioco nel quotidiano rapporto fra cliente e agenzia, nel mettere a fuoco come si vorrebbe il lavoro: Buono? Veloce? Economico?
Naturalmente, tutti e tre. E infatti, il luogo ideale agognato da ogni cliente è il triangolo nero al centro, quello segnato con NO, che in altre varianti porta la scritta “Utopia”. Purtroppo è vero, la banale aritmetica degli ingredienti la rende impossibile.
Il luogo ideale del creativo (almeno del buon creativo) è probabilmente all’interno del cerchio di GOOD, ma porta al bivio esistenziale fra la direzione del FAST e quella del CHEAP. Cioè a scegliere fra stress e indigenza. Per risolvere il dubbio, negli ultimi anni i creativi stanno organizzandosi in modo da sperimentare entrambi, ma contemporaneamente.
Tanta sintetica perfezione rende superflua ogni altra parola, per cui chiudo qui il post. E ora, pubblicità.