Non solo la donna, ma il consumatore è mobile, almeno nei paesi cosiddetti sviluppati. E l’Italia è in prima linea. Tutto deve quindi essere ripensato per un consumo “da mobile”? Che i siti web debbano essere pienamente “adaptive” lo si sapeva da anni, ma dovrebbero ormai essere concepiti in primis per una visualizzazione da device, stravolgendo l’approccio classico al web design?
Il “Global Mobile Consumer 2017”, ricerca prodotta da Deloitte in 18 Paesi (puoi scaricarla QUI), fornisce dati interessanti. Al di là della navigazione web, lo smartphone sembra diventato un vero assistente personale, e un italiano su due usa la ricerca vocale per cercare informazioni o chiamare un contatto (in quello siamo i primi d’Europa). Sono sempre più mobile le tecnologie di machine learning (il 62% degli utenti usa predizione del test e suggerimento di itinerari), le app di messaggistica istantanea (usate dal 79% degli utenti). Siamo in testa in Europa per uso degli assistenti virtuali, e sopra la media UE anche per l’acquisto online di beni e servizi, nonché per il pagamenti di taxi e mezzi pubblici.
Mobile sì quindi, anche troppo. Ma non per navigare, piuttosto per pagare o prenotare o cercare strade o fare altro. Resta il dubbio sul web design: un sito deve oggi essere concepito per un uso primario da smartphone? Non solo, e non sempre. Il nostro sito di agenzia, per esempio, viene visitato da smartphone solo nel 24% dei casi. Il portale nazionale del nostro cliente Confartigianato solo nel 21% dei casi. Quote importanti, di cui tenere conto, ma minoritarie. Viceversa, per restare su altri siti progettati da noi, quello di AISLA registra accessi da mobile nel 60% dei casi, e quello del progetto Aware Migrants nel 70%.
Dipende quindi dal tipo di “consumo” che si fa di un sito: ci sono siti da aggiornamento veloce, e siti che per natura o fruizione è difficile immaginare consultati in tram, magari in piedi. Vale quindi la pena di conoscere e analizzare i propri utenti, o almeno porsi qualche domanda prima di cominciare il lavoro. Anche a costo di passare per vecchi pubblicitari. E ora, pubblicità.